Mixed media installation exhibition at Sesto Senso, Bologna, Italy, 1999.

Alienating and paradoxical, Working as the Postman of the Royal Albert Hall recreates, within the walls of Bologna’s Sesto Senso gallery, a fragment of London life from the time when the artist worked as an in-house postman at the iconic concert hall.
In the exhibition space, Pasquini arranges materials connected to his former job, with the aim of transplanting an entire world of meaning, emotions, and experiences into a different part of the globe. At the same time, the papers, stamps, labels, addresses, symbols, and images become elements of personal memory—a private archive that Pasquini unfolds in this Bolognese space as though it were the very room of his office in the London metropolis.
What we witness is, on one hand, an accumulation of impersonal signs, and on the other, an intimate and complex sediment of life’s moments and memories.
Accompanying the installation are two videos: one in which the artist obsessively seals all his letters, and a second in which other letters are printed continuously and relentlessly.
Two mechanically driven actions, yet entirely different in nature, offering a reflection on the duality of life.
Alienante e paradossale, Working as the Postman of the Royal Albert Hall, ripropone nella galleria bolognese Sesto Senso uno spaccato di vita londinese risalente a quando l’artista lavorava proprio come postino interno in quella famosa sala per concerti. Nello spazio dell’esposizione l’artista ha disposto infatti materiali legati al suo vecchio lavoro allo scopo di trasferire in una parte diversa del globo un intero spaccato di significati, emozioni e vicende. Allo stesso tempo le carte, i timbri, i marchi, gli indirizzi, i simboli, le immagini sono anche memoria personale, accumulazione privata che Pasquini squaderna in uno spazio bolognese esattamente come fosse la stanza del suo ufficio nella metropoli londinese. Abbiamo così da una parte un accumulo di segni impersonali e dall’altra un sedimento intimo e complesso di momenti e ricordi di vita.
Ad accompagnare l’installazione due video: il primo in cui l’artista imbusta in una maniera quasi ossessiva tutti i suoi biglietti e un secondo in cui altri biglietti, incessantemente, escono da una stampante. Due momenti accomunati da una matrice meccanica ma totalmente differenti ci mostrano così la dualità della vita.
Giulia Barbasso
The exhibition was reviewed by Dario Trento on Repubblica.
