2021, digital image, variable dimensions.
The artwork is a remake of the iconic photograph Noire et Blanche, taken by Man Ray in 1926.
The American surrealist has always been a source of inspiration and reference for Pasquini, who in this case introduces a series of allusions and questions typical of contemporary art-making.
To begin with, the image closely replicates the composition of the early 20th-century photograph: the face of a model placed beside a mask. The woman has her eyes closed and her face resting on a surface; with one hand, she holds the mask, allowing a direct comparison of the colors, lines, and forms of the two portrayed subjects.
Whereas Man Ray’s photograph highlights the differences between the famous French model Kiki de Montparnasse and an African artifact, Pasquini’s work operates on a conceptual level that revolves around the notion of role.
The model posing was also the assistant involved in the creation of the mask—which bears the features of the artist himself and is, in turn, an artwork.
The assistant becomes the model and engages in a dialogue not only with the artist behind the camera, but also with the image of the artist held in her hands.
One final detail—perhaps mere coincidence: Kiki de Montparnasse’s real name was Alice, the same name as the model portrayed by Pasquini, who is also the author of this text.
L’opera è un remake della celebre fotografia Noire et Blanche, scattata da Man Ray nel 1926. Il surrealista americano è da sempre una fonte di ispirazione e citazione per Pasquini, che in questo caso mette in campo una serie di rimandi e di dubbi tipici del fare arte contemporanea. Per iniziare, l’immagine ripropone in maniera analoga la composizione della fotografia del secolo scorso: il viso di una modella affiancato ad una maschera. La donna ha gli occhi chiusi e il volto appoggiato su un piano, con una mano regge la maschera, permettendo il confronto tra colori, linee e forme dei due soggetti ritratti.
Se la fotografia di Man Ray mette in luce le differenze tra la celebre modella francese Kiki de Montparnasse e un artefatto africano, l’opera di Pasquini gioca su un piano di interpretazione legato al ruolo. La modella in posa è stata anche assistente nel processo di realizzazione della maschera, che riporta le fattezze dell’artista e che è essa stessa un’opera d’arte. L’assistente diventa modella e si confronta con l’artista dietro l’obiettivo, ma anche con l’immagine dell’artista che ha fra le mani.
Un altro dettaglio, forse dettato dal caso: il vero nome di Kiki de Montparnasse era Alice, medesimo nome della modella ritratta da Pasquini, che è colei che ha scritto questa scheda.
Alice Quintavalli
